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Consociazione Nazionale dei Gruppi donatori di sangue FRATRES

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IL REPORT DEL CNS SULLA DONAZIONE DI SANGUE CORDONALE. Quasi sei genitori su 100 decidono di donarlo.

12/05/2015

Nel corso del 2014 sono 338.549 i parti effettuati nei centri di raccolta afferenti alla Rete Italiana delle Banche di sangue cordonale (ITCBN),  pari al 66,5% di quelli avvenuti in Italia, che l’Istat stima essere 509.000, ovvero la copertura nazionale delle strutture in cui è possibile donare il sangue cordonale in maniera solidale, è pari ai ¾ del territorio. Le unità raccolte dai 320 centri, ammontano a 19.459, cioè il 5,75% dei futuri genitori ha scelto di dare il consenso alla donazione ed è stato possibile tecnicamente effettuare il prelievo senza ostacoli di natura clinica/organizzativa.
Il Report elaborato dal CNS sul Network Italiano delle 19 Banche, ci restituisce una fotografia del Sistema Italia con un inventario che aumenta di 1738 unità, portando il patrimonio complessivo a 34.775 unità caratterizzate (tipizzate a livello immunologico) e 3662 non caratterizzate, ma  che si rinforza in termini di qualità, adeguandosi alle soglie del banking internazionale che a partire dal 2011 hanno imposto una  cellularità minima per il bancaggio di 1,2 miliardi di cellule staminali nucleate. Questo si è tradotto, da una parte in una stabilizzazione dell’indice tra unità bancate su raccolte attorno al 9% (l’anno scorso era stato pari al 9,6) , ma di converso, ha incentivato le ricerche verso utilizzi alternativi delle unità non idonee al trapianto, che trovano collocazione presso le banche cordonali, dove sono in corso trials clinici sull’uso di emocomponenti ad uso topico, ottenuti dal sangue cordonale, in medicina riparativa (gel piastrinico o collirio), quale la cura di ulcere da piede diabetico, ulcere cutanee nei bambini affetti da epidermolisi bollosa (malattia congenita rara),  lesioni corneali.
E’ più o meno stabile il numero delle unità cordonali della rete italiana rilasciate per trapianto (69 nel 2014 vs 72 del 2013), ma cresce la richiesta dall’estero, indicatore di apprezzamento della rete trapiantologica internazionale per la qualità del nostro patrimonio di unità cordonali. Nel giro di 20 anni i trapianti con le unità cordonali della rete italiana sono decuplicati, dai 7 del 1995, quando il trapianto di cellule staminali da questa fonte era ancora all’inizio e in Italia era attiva solo la Banca di Milano,  fondata nel 1993, una delle prime nel mondo insieme a quelle di New York, Dusseldorf e Barcellona, ad effettuare la procedura.

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fonte : Quotidiano Sanità, CNS

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